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Counseling essenziale per risposte di senso

In questo articolo si parla della difficoltà di comprende che cosa è e cosa non è il counseling.

I counselor di Ascolti di Vita hanno messo a punto il “Counseling Essenziale”, un approccio che ha il compito di far emergere l’essenza della persona per farle cogliere ciò che vale davvero, ciò che produce felicità e benessere.

In molte situazioni di vita si celano risvolti comici, non a caso esiste l’espressione “una vicenda con risvolti tragicomici”. L’importante è riuscire a cogliere aspetti umoristici anche all’interno di situazioni faticose, pur con la dovuta prudenza e con grande sensibilità, visto che le evidenze sui vantaggi dell’umorismo sono decisamente numerosi anche in termini salutari.
Anche l’approccio scientifico della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) presenta numerosi studi che dimostrano come l’umorismo sia terapeutico, e molti esperti della relazione d’aiuto utilizzano con successo il sorriso all’interno dei loro colloqui per favorire l’empatia, per affrontare argomenti difficili, per offrire suggerimenti indiretti, per diluire la rabbia, per allentare rigidità di pensiero e limitare comportamenti ossessivi. Quindi, pur con le dovute accortezze, vale la pena conoscere meglio l’argomento e magari provarci!

Il colloquio di counseling promuove benessere

In questo articolo sono presentate le 10 tappe fondamentali di un percorso di counseling, con particolare riferimento al nostro “Counseling Essenziale”. La maggior parte degli autori ritiene che nel counselling vi siano alcune fasi o tappe progressive comuni. I colloqui di counseling durano circa 45-50 minuti con i singoli e 70-75 minuti con le coppie, l’intero percorso si svolge in 10-12 incontri con cadenza settimanale o quindicinale e consente di lavorare su un obiettivo per volta tenendo conto dei talenti ma soprattutto dei valori personali, che vanno accordati con le azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo.

In ognuno di noi prevalere un determinato stile relazionale, che può essere passivo, aggressivo, passivo-aggressivo (o manipolativo), oppure assertivo. L’aggressività e la passività sono comportamenti innati, invece l’assertività si apprende ed ha bisogno di essere conquistata.
Non è mai facile cambiare, ma cambiare conviene, infatti essere assertivi non significa cambiare il comportamento degli altri ma il proprio. E cambiare in meglio con noi si può…

Anche tu puoi scrivere straordinarie storie di vita, con stile fluido e forbito oppure con incedere incerto e semplificato. Il valore dello scritto non cambia, specialmente quando il soggetto sul quale scrivi sei tu.

Questa modalità di scrittura si chiama autobiografia e può svilupparsi attraverso percorsi molto diversi. Tutte le attribuzioni utilizzate finora al maschile possono, anzi devono, essere trasformate tranquillamente anche al femminile. Cambiando il genere il risultato non cambia. Quindi la scrittura è per tutti, giovani e anziani, maschi e femmine, più o meno istruiti, più o meno facoltosi… l’unica condizione è aver imparato a scrivere e padroneggiare sufficientemente le basi della grammatica. Quindi la scrittura autobiografica è anche per te!

Quando si svolge una relazione d’aiuto è necessario esercitare l’empatia, cioè provare ad “entrare nei panni dell’altro” per capire cosa sta provando senza però cadere nella simpatia, cioè nella simmetria e nella collusione.
Per evitare questi ultimi pericoli è necessario per il counselor saper mantenere la giusta distanza psicologica, non lasciarsi coinvolgere oltre misura, per questo è utile, unitamente all’empatia, coltivare anche un po’ di sana diffidenza.

bisogni essenziali

Nella maggiorparte dei casi durante i nostri colloqui di “counseling essenziale” emergono bisogni essenziali e risposte di senso.
Si tratta di bisogni sommersi che necessitano di pazienza e di una certa abilità da parte di chi svolge la relazione d’aiuto per cogliere ciò che non viene palesemente esplicitato ma che emerge da altre parole o comportamenti incongrui rispetto al bisogno espresso in precedenza. Troverai nell’articolo alcune risposte e anche una storia frutto dell’esperienza personale.

Resilienza e resistenza sono due cose molto diverse. La resistenza è frutto di uno sforzo collegato alla volontà che obbliga a fare oppure non fare una determinata cosa, il messaggio è “devo”. La resistenza è autocentrata e produce schiavitù.
Invece la resilienza è frutto di uno stato mentale facilitante che consente di scegliere se fare o non fare una determinata cosa, il messaggio è “posso”. La resilienza è eterocentrata e produce libertà.

Oggi svolgere colloqui di relazione d’aiuto che utilizzano strumenti di comunicazione mediata non più una semplice opzione ma una necessità legata ai nuovi stili di vita imposti dall’emergenza sanitaria di covid-19. Quindi la relazione d’aiuto online non solo si può, ma si deve fare, e si può fare anche con ottimi risultati come evidenziato nell’articolo. Fabrizio Penna ed Elisabetta Fezzi svolgono con successo colloqui online ormai da molti anni.