L’amore è un mistero, proviamo a svelarlo
Esistono molti modi di amare e la parola “amore” esprime molti significati
Esistono molti modi di amare e la parola “amore” esprime molti significati
Definire l’amore rappresenta proprio una grande sfida, tanto che una delle grandi domande esistenziali è cosa è davvero l’amore.
I primi studi scientifici hanno cercato di distinguere fra attrazione e innamoramento, mentre altre ricerche si sono spinte in maggiore profondità ed hanno teorizzato diversi tipi di amore.
L’amore come miscela di passione e compassione…
Una ricerca ha distinto tra amore compassionevole, che non prevede eccitazione psico-fisica, e amore passionale, che invece la prevede (Hatfield e Sprecher 1986).
Un’altro lavoro scientifico ha esaminato l’amore romantico in differenti contesti culturali e ha dimostrato che:
Quindi con il termine amore si intendono differenti livelli di aspettative e di coinvolgimento, che partono da un desiderio auto-centrato dominato dai bisogni affettivi personali, per passare a scambi equi contrassegnati dalla reciprocità e giungere al dono di sé permeato dalla devozione.
Nella lingua italiana il termine «amore» ha più di un significato e può essere utilizzato in modo intercambiabile, invece nella lingua greca antica per definire amore vengono utilizzati ben quattro termini:
La porneia identifica l’amore autocentrato basato unicamente sulla soddisfazione di un bisogno personale. Negli adulti rappresenta l’amore possessivo, utilitaristico e usa e getta, oppure quello frutto di dipendenze affettive.
Il pronome che lo caratterizza è “IO”.
L’eros invece indica la passione erotica, la pulsione di unirsi all’altro, il fondersi, l’attrarsi, e identifica un amore dominato dalle emozioni e dai sentimenti.
È caratterizzato da un “IO seguito da TU”.
La philia è l’amore fraterno, amicale e coniugale maturo, basato sull’affetto, sul gradimento, sulla simpatia, sul rispetto e sulla reciprocità, entrano in gioco sia i sentimenti che la ragione.
È fondato su un “NOI”.
L’agape è l’amore che si offre senza chiedere nulla in cambio, è gratuito, generoso, universale e assoluto. Porta a desiderare il bene dell’altro prima del nostro. È l’amore di un genitore disposto a sacrificarsi per i propri figli, l’amore eroico di una persona disposta a perdere la propria vita per salvare quella dell’altro.
Domina il pronome “TU”
Eros e Agape sono complementari, non escludenti…
Qualcuno potrebbe pensare che l’obiettivo di ogni essere umano sia giungere a vivere l’agape escludendo gli altri amori meno nobili: niente di più sbagliato!
Siamo spirito, anima e corpo, e ognuno di questi principi antropologici ha necessità di esprimersi in modo armonico e compiuto. Sovente invece si attua una visione estremistica, dominata da Eros oppure da Agape.
Un Eros senza Agape è comune nell’attuale società post moderna e transculturale e produce un romanticismo passionale che, a volte, sfocia nella violenza.
Un’Agape senza Eros è molto comune tra i credenti e i consacrati. Si tratta di un amore esercitato più per volontà che per intimo slancio, produce distacco e formalismo e sfocia nella freddezza.
Se l’eros senza agape è un corpo senz’anima, l’agape senza eros è un’anima senza corpo. L’amore vero e integrale è invece una perla racchiusa dentro due valve ugualmente importanti.
«Non si possono separare queste due dimensioni dell’amore senza distruggerlo, così come non si possono separare tra loro idrogeno e ossigeno senza privarsi dell’acqua».[1]
Senza l’aspetto passionale l’amore viene umiliato, senza l’aspetto donativo viene mutilato, ma con entrambi gli aspetti l’amore viene trasfigurato.
Un Eros ripiegato su sé stesso non riesce mai ad appagare il desiderio.
Ma un’Agape senza desiderio non riesce a scendere nella carne, quindi rimane un amore astratto.
L’amore maturo di una coppia di sposi è basato sulla carità e sul perdono reciproci
La cerniera tra eros ed agape è la virtù della carità, una virtù che dona ampiezza e profonda commozione all’esperienza amorosa. La carità concretamente si manifesta attraverso il perdono, sia della propria esperienza che di quella del prossimo, anche se porta con sé il sacrificio, termine oggi molto poco di moda.[2]
Il sacrificio rappresenta una grande esperienza d’amore nei confronti dell’altro, il dono di sé in favore di un altro essere umano. Non si tratta di cambiare il prossimo, ma di amarlo e di accoglierlo così com’è.
E si tratta di permettergli di amarmi a sua volta così come sono. Ma questo è un passaggio difficile, perchè di solito vogliamo essere amati in quanto amabili.
Anche io posso amarmi così come sono! Accettandomi con tutti i miei limiti, anche se proverò a cambiare ciò che è poco utile o dannoso alla realizzazione del progetto di vita, proverò a concentrarmi su ciò che dona senso alla vita.
Il nostro Counseling Essenziale si pone come obiettivo la ricerca di senso e la valorizzazione armonica dei diversi tipi di amore. Sperimenta un primo colloquio gratuito.
Per terminare una breve riflessione sul ruolo della corporeità:
Toccare il corpo è entrare nell’io sacro dell’altro
Entrarci in modo disattento, maldestro o violento rappresenta una grave dissacrazione, come ricorda anche S. Paolo:
«…non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?» (1Cor 6,19).
Anche la corporeità è fondamentale per collocare la persona all’interno di relazioni feconde, ed è proprio attraverso di essa che sia i bambini che gli adulti possono respirare le virtù e crescere nell’amore rispettoso e fecondo.
[1] Cantalamessa R., Eros e agape Le due facce dell’amore umano e cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2011.
[2] Recalcati M., Contro il sacrificio. Al di là del fantasma sacrificale, Raffaello Cortina, Milano, 2017.
È psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. Fa parte del direttivo dell’Associazione di Psicologia Cattolica e ha co-fondato l’associazione non profit Famiglia della Luce con Camilla.
Per molti anni è stato giornalista e formatore nel settore eno-agro-alimentare, ha collaborato con numerose testate e diretto un quotidiano online. Ha inoltre scritto libri di enogastronomia, antropologia culturale e psicologia.
Oggi si dedica alla relazione d’aiuto con l’accompagnamento di singoli e coppie unito alla formazione relazionale dei gruppi nelle imprese profit e non profit.
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Quello che ho letto lo condivido,ma quello che è molto difficile e viverlo!
Ciao Girolamo, mi dici che è molto difficile vivere con equilibrio agape ed eros. In realtà è molto più facile di quello che sembra, per esempio si potrebbe partire dalla scelta settimanale di sostituire una situazione alla quale teniamo dominata dall’io con il tu. Promuovendo l’altro in realtà stiamo promuovendo noi stessi!
Ne parlo e lo insegno nel percorso Agape, una settimana dio vita che cambia la vita.
E l’amore platonico cosa è?
Grazie Enzo per la domanda. L’amore platonico assume il nome dal filosofo Platone che lo definiva un “movimento d’amore per la cosa bella”. Quindi nella sua formulazione originale comprendeva ogni passione per persone, animali, situazioni e oggetti. Successivamente il concetto di amore platonico è stato ristretto all’ambito delle relazioni interpersonali e intende un amore senza contatto fisico, a volte senza che la persona amata lo sappia. È un amore “a distanza” che però presuppone “grande vicinanza” sia psico-emotiva che spirituale con la persona amata, che però sovente viene idealizzata in modo eccessivo. Porta in sé sia eros che agape.