Perché conviene perdonare gli altri ma soprattutto sé stessi
Il perdono è sempre un vantaggio, ma non va banalizzato o confuso con altro
Il perdono è sempre un vantaggio, ma non va banalizzato o confuso con altro
Oggi il perdono è uno dei temi più studiati da molte discipline, dalla giurisprudenza alla sociologia, dalla pedagogia alla psicologia: forse perché si è scoperto che il perdono conviene sempre.
In particolare la psicologia ha dimostrato che il perdono conviene perché influenza il benessere personale, interpersonale e sociale, non a caso il tema del perdono è entrato a pieno titolo in molti approcci psicoterapeutici.
Il pioniere è stato lo psicologo americano Robert Enright, che a partire dal 1985 ha dimostrato attraverso numerosi studi scientifici raccolti in decine di pubblicazioni come l’atto di perdonare influisce positivamente sul benessere fisico, mentale ed emotivo.
Per Worthington Jr il perdono è costituito da 5 passaggi
Tra il 1998 e il 2003 lo psicologo Everett Worthington Jr. ha realizzato un interessante modello sul perdono strutturato in 5 passaggi che sono:
Questi ed altri studi hanno dimostrato che dire semplicemente “voglio perdonare” di solito non è sufficiente, è necessario un percorso di consapevolezza seguito da una scelta ritenuta vantaggiosa. Quindi per perdonare bisogna giungere alla convinzione che conviene.
Ma perché perdonare dovrebbe convenire? Per scoprirlo occorre confrontare perdite e guadagni su differenti aspetti dell’esistenza, come salute, finanze, relazioni, energia vitale… e stilare un bilancio finale.
Facciamo qualche riflessione:
Si sta meglio o peggio dal punto di vista psico-fisiologico se si alimenta il rancore?
Si guadagna o si perde dal punto di vista economico quando si affronta un conflitto prolungato?
Le emozioni che emergono quando si rimane ancorati a fatti dolorosi del passato sono piacevoli o spiacevoli?
Quando domina la ruminazione mentale e il risentimento si è più o meno lucidi?
Aumenta o diminuisce la socievolezza quando si alimenta la diffidenza verso il nostro nemico?
L’odio e il risentimento sono in armonia con i miei valori e con le mie credenze a livello spirituale o religioso?
Se covo vendetta e astio aumenta o diminuisce la mia vitalità?
Se il bilancio finale risulta nettamente a favore del perdono si può decidere di cambiare direzione con maggiore determinazione, si possono trovare più facilmente forze e motivazioni per percorrere una strada nuova.
Più si perdona più avviene un potenziamento sinaptico a lungo termine e si crea nel cervello un “circuito del perdono”
La buona notizia è che una volta percorsa, la strada del perdono diventa conosciuta e può essere ripercorsa successivamente con più facilità, infatti è stato dimostrato scientificamente che la ripetizione crea e poi rinforza specifici circuiti celebrali che determinano comportamenti stabili.
In pratica più si perdona più si sviluppa un’attitudine che rende facile perdonare successivamente.
Allora si comprende meglio la risposta di Gesù di fronte alla domanda del suo discepolo Pietro:
«Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette». (Mt 18,21-22)
È evidente che Pietro aveva una visione da contabile, Gesù invece lo invita ad andare oltre e lo porta e vedere il perdono con gli occhi della gratuità e della sovrabbondanza.
Perdonare sé stessi è una grande sfida
Perdonare conviene sempre anche quando si tratta di sé stessi, anzi questa è forse la maggior sfida che si incontra nella vita. Si tratta di un cammino per imparare ad amarci e ad accettarci “nonostante tutto”.
Non per auto-giustificarci, ma per riconoscere i limiti senza farci schiacciare da essi. Riconoscere i propri limiti presuppone un buon esame di realtà unito ad una buona capacità di autoanalisi.
C’è una grande resistenza nel perdonare sé stessi, perché, come per qualsiasi altro cambiamento importante, si tratta di una morte interiore, dove muoiono la vergogna, la colpa e l’autocritica, dove ci si consente di gettare luce sugli inganni, le paure e i giudizi che tengono prigionieri nel doppio ruolo di vittime e carcerieri di noi stessi.
Maggiore è la tendenza al perfezionismo maggiori saranno i livelli di ruminazione e di lamentazione, mentre diminuirà la capacità di auto-accettarsi e auto-perdonarsi (Dixon (2014).
Perdonarsi rappresenta un gesto di amore agapico. Non a caso il grande comandamento lasciato da Gesù dice:
«Ama il prossimo tuo come te stesso». (Mt 22,39)
Infatti per amare il prossimo occorre prima amare sé stessi. Se non ci amiamo e non ci perdoniamo, com’è possibile riuscire amare il prossimo e perdonarlo?
Se non riusciamo ad amarci significa che chi avrebbe dovuto insegnarci l’amore non è riuscito nel suo scopo, e abbiamo finito per sviluppare resistenze e rifiuto anche per l’amore divino!
Il Counseling Essenziale aiuta a comprendere la convenienza del perdono
Durante i nostri colloqui di Counseling Essenziale® sovente emerge la necessità di perdonare altri o sé stessi. Il perdono è la chiave più potente per la felicità duratura, è un elemento di guarigione interiore e liberazione spirituale.
Il perdono è sempre una scelta, frutto di un’analisi di convenienza.
Perdonare non è solo un’azione morale, ma è un gesto di giustizia riparativa verso noi stessi e verso il prossimo. È la decisione di gettare un ponte tra un passato che pesa e un futuro che attende di essere realizzato.
Ma a volte si vorrebbe perdonare ma non si sa come fare. Per questo proponiamo un percorso sul perdono pratico ed efficace che insegna i passaggi logici per giungere ad un perdono completo e duraturo.
Ascolti di Vita, in collaborazione con l’associazione non profit Famiglia della Luce con Camilla offre formazioni sul perdono e sulla riconciliazione sia residenziali che online.
Si tratta di un percorso aconfessionale, consequenziale, logico e pratico, che fa comprendere che il perdono è una scelta sempre possibile e conveniente.
Vengono alternati insegnamenti, dinamiche esperienziali e condivisioni sia in piccoli gruppi che in plenaria. Un’esperienza da vivere per lasciarsi cambiare la vita.
Il percorso si svolge in due giornate consecutive nel fine settimana: è un’occasione unica per scoprire tutto quello che avresti sempre desiderato sapere sul perdono ma non sapevi a chi chiedere…
È psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. Fa parte del direttivo dell’Associazione di Psicologia Cattolica e ha co-fondato l’associazione non profit Famiglia della Luce con Camilla.
Per molti anni è stato giornalista e formatore nel settore eno-agro-alimentare, ha collaborato con numerose testate e diretto un quotidiano online. Ha inoltre scritto libri di enogastronomia, antropologia culturale e psicologia.
Oggi si dedica alla relazione d’aiuto con l’accompagnamento di singoli e coppie unito alla formazione relazionale dei gruppi nelle imprese profit e non profit.
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