Quando si svolge una relazione d’aiuto è necessario esercitare l’empatia, cioè provare ad “entrare nei panni dell’altro” per capire cosa sta provando senza però cadere nella simpatia, cioè nella simmetria e nella collusione.
Per evitare questi ultimi pericoli è necessario per il counselor saper mantenere la giusta distanza psicologica, non lasciarsi coinvolgere oltre misura, per questo è utile, unitamente all’empatia, coltivare anche un po’ di sana diffidenza.
Formazione relazionale per comunicare meglio
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Il counselor è un operatore competente che si pone come mediatore nella relazione d’aiuto con interventi limitati nel tempo e su problemi specifici di natura non psicopatologica.
Può operare sia sui singoli che sui gruppi e consente alle persone di riconoscere ed utilizzare il proprio potenziale, migliorare abilità relazionali, risolvere specifiche problematiche personali limitate al “qui e ora”, ed evidenziare elementi motivazionali utili alla crescita umana e professionale.
In ognuno di noi prevalere un determinato stile relazionale, che può essere passivo, aggressivo, passivo-aggressivo (o manipolativo), oppure assertivo. L’aggressività e la passività sono comportamenti innati, invece l’assertività si apprende ed ha bisogno di essere conquistata.
Non è mai facile cambiare, ma cambiare conviene, infatti essere assertivi non significa cambiare il comportamento degli altri ma il proprio. E cambiare in meglio con noi si può…
Resilienza e resistenza sono due cose molto diverse. La resistenza è frutto di uno sforzo collegato alla volontà che obbliga a fare oppure non fare una determinata cosa, il messaggio è “devo”. La resistenza è autocentrata e produce schiavitù.
Invece la resilienza è frutto di uno stato mentale facilitante che consente di scegliere se fare o non fare una determinata cosa, il messaggio è “posso”. La resilienza è eterocentrata e produce libertà.