Stili relazionali: tra il passivo e l‘aggressivo ci gode l’assertivo!
L’assertività è lo stile relazionale più utile ed efficace ma va imparato
L’assertività è lo stile relazionale più utile ed efficace ma va imparato
Ognuno di noi si rapporta con il prossimo in modo peculiare, facendo prevalere un determinato stile relazionale, che può essere passivo, aggressivo, passivo-aggressivo (o manipolativo), oppure assertivo: l’assertività è sinonimo di libertà, mentre gli altri stili presentano ognuno specifici inconvenienti relazionali.
L’aggressività e la passività sono due modalità comportamentali innate, invece l’assertività si apprende con l’esperienza ed ha bisogno di essere conquistata con un costante lavoro di mediazione interiore.
Lo stile aggressivo
Nel comportamento aggressivo uno vuole vincere e l’atro deve perdere
Chi esercita uno stile aggressivo dentro di sé ha paura di essere ultimo, quindi fa di tutto per convincere sé stesso e il prossimo di essere primo. Attraverso lo stile aggressivo riesce spesso di guadagnare posizioni e sovente ottiene quello che gli interessa.
Chi si comporta in modo aggressivo sarà temuto più che rispettato, le persone si avvicineranno solo per interesse, è sempre meglio cercare un’alleanza onde evitare di essere colpiti, inoltre una persona aggressiva può essere sapientemente manipolata da un passivo aggressivo per costringerla a combattere pericolose battaglie al posto suo.
La persona aggressiva è profondamente sola ed insicura perché non sa mai quanto vale davvero, ha la coda di paglia, non ha amici veri e nel momento del bisogno tutti scompaiono oppure si vendicano.
In campo lavorativo questa posizione si riscontra in molti capi, nessuno vorrebbe lavorare assieme a loro ma la loro posizione obbliga gli altri a collaborare e a ingraziarseli.
Lo stile passivo
Nel comportamento passivo si è disposti a perdere e a far vincere l’altro.
Chi esercita uno stile passivo è profondamente insicuro, dentro di sé ha paura di non essere all’altezza, vorrebbe segretamente essere primo ma si mette sempre dietro perché in questo modo pensa di ottenere benevolenza e considerazione dal prossimo.
Chi usa uno stile passivo tendenzialmente sta bene a tutti, viene scelto perché non infastidisce, però il passivo è segretamente convinto di valere ma di non essere compreso, quindi è sempre profondamente frustrato.
Non esprimendo la propria opinione e i propri desideri il passivo finisce per non capire più chi è veramente, quali sono i sui veri pensieri, i suoi desideri, quindi paga un costo altissimo a livello di personalità.
In campo lavorativo questa posizione si riscontra in molti subalterni, molti li vogliono come collaboratori perché si adeguano, sono esecutori infaticabili, buoni adulatori.
Lo stile passivo-aggressivo
Il passivo aggressivo sembra vincere ma poi perde e fa perdere anche gli altri.
Nello stile passivo-aggressivo si fondono e miscelano in rapida alternanza passività e aggressività.
Chi esercita questo stile è apparentemente buono, compiacente, remissivo, ma appena può interviene per affondare il prossimo senza pietà, perché è profondamente violento e gode nel fare danno.
È un grande opportunista e manipolatore, un impiccione e uno spione, agisce solo quando reputa che ci siano le condizioni propizie, inoltre utilizza strategie diversive, come prendere tempo, in attesa che l’altro faccia il primo passo e si scopra. È molto meticoloso, sovente paranoico e paga un costo altissimo per sostenere la sua doppia personalità.
In campo lavorativo questa posizione si riscontra in molti subalterni arrivisti, che in questo modo subdolo e manipolatorio cercano di scalare le gerarchie del potere, è molto pericoloso averli nei team, non ci si può fidare, i loro pensieri non sono mai davvero orientati al bene dell’azienda.
Lo stile assertivo
Nello stile assertivo nessuno deve perdere, tutti possono vincere
Nello stile assertivo invece viene utilizzata una miscela tra gli stili precedenti depurata dagli eccessi, in modo da riequilibrare costi e benefici di entrambi.
Essere assertivi significa permettersi di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie idee e i propri sentimenti senza però offendere né aggredire l’interlocutore.
Per esercitare l’assertività occorre possedere un corretto esame di realtà e un buon livello di autostima, occorre sapersi prendere le proprie responsabilità ed occorre avere coscienza dei propri punti di forza unitamente ai punti deboli.
È uno stile relazionale non innato e spontaneo, quindi richiede sforzi preventivi per essere appreso ed esercitato, ma i vantaggi sono notevoli, perché si ottiene un elevato livello di autoefficacia, inoltre è uno stile diffusivo, perché quando in un ambiente c’è una persona assertiva lo stile tende a diffondersi ai presenti.
In campo lavorativo questa posizione si riscontra nei buoni collaboratori e nei buoni leader, che grazie alla loro autenticità unita ad un profondo e pratico senso di realtà riescono a immaginare soluzioni creative anche nelle situazioni più complesse, inoltre stimolano riflessioni democratiche nei team promuovendo responsabilità e libertà di pensiero. Assertività è sinonimo di libertà.
Assertività sinonimo di libertà
L’assertività produce libertà ma implica responsabilità
Risulta evidente che lo stile relazionale assertivo è l’unico veramente funzionale e sano sulla distanza.
Infatti negli stili passivo, aggressivo e passivo-aggressivi il conto a livello psichico prima o poi si paga, e sovente con interessi molto elevati.
Solitudine, depressione, narcisismo, fobie, ossessioni, ansia sono solo alcuni dei probabili sviluppi.
Invece nello stile relazionale assertivo il conto a livello psichico si paga subito, infatti occorrono impegno e costanza preventive per impararlo e per esercitarsi, ma i benefici sulla distanza sono enormi, infatti produce persone equilibrate, rispettate per l’empatia unita alla simpatia, per l’autorevolezza disgiunta dall’autoritarismo.
Essere assertivi significa non oltrepassare la linea del rispetto e della considerazione dovuta agli altri ma che occorre imparare a pretendere anche per sè stessi. Inoltre chi impara l’assertività riesce ad essere anche più resiliente nelle situazioni difficili. Scopri di più sulla resilienza
Come imparare ad essere assertivi
Per imparare l’assertività occorre iniziare a cambiare modo di pensare e per farlo occorre scoprire che è conveniente: tutto dipende da qual’è la posizione relazionale prevalente dalla quale si parte. Da qualsiasi posizione si provenga le resistenze saranno grandi, ma a volte i casi straordinari della vita possono fornire degli stimoli al cambiamento, si tratta delle famose “tegolate in testa“, che producono dolorosi bernoccoli ma che costringono a fermarsi per prendersi cura di sé. Durante i colloqui del nostro Counseling Essenziale viene insegnata indirettamente l’efficacia della comunicazione asseriva
Di solito gli aggressivi non sono interessati ad essere assertivi, tanto loro ottengono tutto quello che vogliono… a meno che sulla testa di queste persone non giunga la classica batosta (malattia, licenziamento, fallimento, lutto), in quel caso forse possono iniziare a cambiare.
Invece i passivi vorrebbero essere assertivi ma non sanno mai decidersi, non pensano di poterselo permettere, pensano di diventare cattivi agli occhi degli altri… a meno che anche sulla loro testa non si abbatta una potente mazzata (tradimento, licenziamento, diffamazione, separazione) che fa crollare i loro castelli di false certezze.
Infine i passivi-aggressivi sono i meno interessati e i più difficili da spostare dalla loro posizione, sono abituati ad utilizzare mille maschere e molte personalità… a meno che sulla loro testa non giunga un’enorme tegolata (grave malattia invalidante o incidente) che li costringe ad uscire allo scoperto e a ridefinire il proprio ambiente.
Cambiare con noi si può
Da qualsiasi posizione si provenga non è mai facile cambiare, infatti essere assertivi non significa cambiare il comportamento degli altri ma il proprio. Occorre scegliere di assumersi le proprie responsabilità, scegliere di ascoltare e rispettare gli altri, imparare a farsi rispettare dicendo dei si o dei no quando occorre, imparare a chiedere ciò di cui si ha bisogno.
Per aiutarti sull’assertività gli esperti di Ascolti di Vita hanno messo a punto tre modalità, due indirette e una diretta:
È psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. Fa parte del direttivo dell’Associazione di Psicologia Cattolica e ha co-fondato l’associazione non profit Famiglia della Luce con Camilla.
Per molti anni è stato giornalista e formatore nel settore eno-agro-alimentare, ha collaborato con numerose testate e diretto un quotidiano online. Ha inoltre scritto libri di enogastronomia, antropologia culturale e psicologia.
Oggi si dedica alla relazione d’aiuto con l’accompagnamento di singoli e coppie unito alla formazione relazionale dei gruppi nelle imprese profit e non profit.
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Articolo interessante e completo. Cercare di essere assertivo mi obbliga a pensare in positivo, il problema è che non è per nulla facile andare contro la mia natura, che è passiva…
Comunque provo…
I wanted to thank you for this good read!! I certainly loved every bit of it.
I have you book marked to check out new things you post…